Saffetta del progetto inclusivo dove professionisti di elevata e riconosciuta esperienza nelle diverse discipline si confronteranno sul metodo del progetto inclusivo in uno spirito di collaborazione e condivisione che caratterizza le corse con passaggio del testimone tra i compagni di squadra, ma, in questo caso, anche tra le squadre stesse e le vecchie e le nuove generazioni di designer.
Sono passati più di 20 anni da quando si parla di Design for All. La tavola rotonda ha lo scopo di raccogliere e confrontare l'esperienza di progettisti che hanno lavorato in questo campo. In questo contesto assumiamo come equivalenti le diciture Design for All, Universal Design, Inclusive Design, Progetto per l'Utenza Ampliata, Progettare per Tutti, Progettare Senza Barriere, considerando che, al di là delle sfumature concettuali, storiche e di sviluppo dei diversi approcci, in tutti i casi ci si riferisce ad un obiettivo progettuale comune.
L'uomo non è standard: alto/basso, bambino/anziano, con/senza occhiali, colto/analfabeta, in bicicletta/sulla sedia a rotelle, attento/distratto, autoctono/straniero, ecc. Il Design for All è l'approccio sociale che proclama il diritto umano di tutti all'inclusione e l'approccio progettuale per conseguirla.
Progettare for All significa concepire ambienti, sistemi, prodotti e servizi fruibili in modo autonomo da parte di persone con esigenze e abilità diversificate coinvolgendo la diversità umana nel processo progettuale.
Le soluzioni DfA sono utilizzabili in modo facile, comodo e gradevole dalla maggior parte degli utenti senza dover apportare modifiche in funzione delle diverse abilità fisiche, sensoriali o cognitive e senza dover rinunciare a un design accattivante.
Questa progettazione inclusiva è intrinsecamente olistica, perché l'uomo è un individuo fisicamente, psicologicamente e socialmente complesso: per rispondere alle sue esigenze non basta il progettista (designer, architetto, grafico, ecc.), ma sono necessari l'ergonomo, il marketer e gli esperti di discipline relative allo specifico progetto (ad esempio il pediatra e lo psicologo infantile nel caso di un campo giochi) nonché una coerente consultazione con i potenziali fruitori in ogni fase del processo: dalla stesura del brief alla creazione di soluzione, perché un progetto DfA non si sviluppa dal solo rapporto tra progettisti, consulenti e committenti, ma si forma nel continuo confronto con l'utenza potenziale.
L’incontro, in corso di accreditamento presso il CNAPPC, si rivolge a studenti, professionisti, dipendenti pubblici, aziende e P.A.
Fonte: Design for All
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