Come funzionano: i guanti, battezzati “SignAloud”, sono in grado di riconoscere i gesti delle mani che corrispondono a parole e frasi nella lingua dei segni americana. Ogni guanto contiene sensori che registrano la posizione della mano e il movimento e inviano i dati, in modalità wireless via bluetooth, a un computer centrale. Il computer analizza i gesti e li controlla cercando in un database che contiene i gesti della lingua dei segni.
Come sono arrivati a progettarli: il prototipo è stato affinato e reso anche ergonomico nel laboratorio CoMotion MakerSpace dell’Università di Washington. L'invenzione intende rendere più pratici per l'uso quotidiano i sistemi che già esistevano in commercio. "I nostri guanti – ha detto Pryor – sono leggeri, compatti e abbastanza ergonomici da poter essere utilizzati come accessorio di tutti i giorni, simile a un apparecchio acustico o alle lenti a contatto".
"L’idea inizialmente è venuta fuori dal nostro comune interesse per le invenzioni e il problem solving - ha detto Azodi - ma vista la nostra convinzione sul fatto che la comunicazione sia un diritto umano fondamentale, abbiamo deciso di renderla accessibile a un pubblico più vasto". I dispositivi di traduzione del linguaggio dei segni esistenti non sono pratici per l’uso quotidiano. Alcuni usano il video, altri utilizzano sensori che coprono tutto il braccio o il corpo dell’utilizzatore.
Prospettive di sviluppo: per i guanti di Pryor e Azodi il primo target di riferimento è la comunità di persone con disabilità uditiva e tutti coloro che sono interessati a imparare e lavorare con la lingua dei segni americana. Ma i guanti potrebbero anche essere commercializzati per l’uso in altri settori, tra cui la tecnologia medica per monitorare i pazienti con ictus durante la riabilitazione, il controllo dei gesti e una maggiore destrezza nella realtà virtuale.