I tre ideatori hanno costruito un prototipo in pochi giorni, inserendo il programma in uno smartphone, ed una volta scattata una foto, dopo qualche secondo di attesa, hanno ricevuto una risposta dal programma: “bottiglia d’acqua”, il primo oggetto identificato da Aipoly. “Ci siamo resi conto – spiega Alberto Rizzoli – che i recenti sviluppi della tecnologia dei computer potevano aiutare anche a creare, grazie ai progressi dell’intelligenza artificiale, un’applicazione che potesse aiutare i non vedenti a “leggere” gli oggetti”.
Utilizzando una rete neurale istruita su un dataset di 10 milioni di immagini collezionate da Teradeep, Aipoly sviluppa “Aipoly Vision” un’applicazione per smartphone che permette di identificare circa 1000 oggetti diversi e 900 colori in tempo reale, come se la telecamera parlasse e avesse una mente propria.
Fonte: Adnkronos