Abili a proteggere ha intervistato il 19 aprile Stefania Leone, persona con disabilità visiva, con delega per le tematiche di accessibilità delle ICT, Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione, in ADV, Associazione Disabili Visivi Onlus, e socia fondatrice della Federazione Disability Management Fe.D.Man. Come rendere un sito accessibile? Cosa vuole dire accessibilità web? Cosa sono le linee guida WCAG 2.1? Stefania Leone ci ha aiutato a fare luce e chiarezza su questi importanti temi al fine di promuovere e diffondere una piena accessibilità ai contenuti web per tutti. L'intervista dedicata all'accessibilità web è disponibile nella versione integrale e sottotitolata sul nostro canale youtube Abili a proteggere.
Molti siti della pubblica amministrazione si sono adeguati alle normative riguardanti l'accessibilità web. A che punto siamo?
Fra due anni avremo un monitoraggio perché l'Agenzia per l'Italia Digitale, grazie alla nuova normativa, deve monitorare 1.200 siti delle pubbliche amministrazioni entro tre anni, un anno è già quasi trascorso. I siti sono stati scelti in parte dal mondo associativo e in parte dall'Agid stessa, però la mia percezione è che alcuni siti delle pubbliche amministrazioni si stiano adeguando bene grazie ad un meccanismo di feedback: sono disponibili i riferimenti del responsabile del sito, cui i cittadini possono inviare le segnalazioni in caso di inaccessibilità. Una volta ricevuta la segnalazione, la pubblica amministrazione ha 30 giorni per poter adeguare il sito. Qualora questi 30 giorni passino senza alcun esito, il cittadino può ricorrere al difensore civico digitale, una figura istituita presso l'Agid, che si prenderà in carico la segnalazione, verificando naturalmente che ci siano le giuste condizioni, e darà direttamente al webmaster o al responsabile della transizione digitale l'obbligo entro 90 giorni di rendere accessibile il sito. Spesso i siti pubblici che affidano i loro servizi a delle aziende private, che tramite gara d'appalto devono realizzare un sito e tutti i servizi online accessibili, hanno un servizio accessibile, altrimenti la gara sarebbe nulla. Ci sono delle penali molto forti per le aziende private che non ottemperano ai loro compiti. Laddove invece le pubbliche amministrazioni realizzano il sito con i programmatori ed esperti interni, si verifica minor adempienza. Perché di fatto qual è il problema? Non ci sono delle penali vere e proprie e questo è il problema purtroppo in Italia. Ci si sta muovendo anche per proporre delle modifiche a questa legge in modo che vengano previste penali per le pubbliche amministrazioni inadempienti.
Secondo te quali dovrebbero essere le principali caratteristiche che deve avere un sito per essere accessibile?
Le caratteristiche sono semplici ed emanate dal W3C sulle linee guida WCAG 2.1, le Web Content Accessibility Guidelines, ossia le linee guida per l'accessibilità dei contenuti web. Sono degli standard internazionali, delle regole tecniche che fanno sì che un sito sia percepibile, nel senso di immediatamente navigabile con gli strumenti che le persone con disabilità utilizzano per usare il computer e i dispositivi digitali.
Come rendere un sito accessibile? Un sito deve essere semplice, deve avere pochi link all'interno di una pagina, ogni link, come ogni pulsante, deve essere correttamente etichettato, bisogna fare attenzione al contrasto di colori, non solo per i disabili o per le persone che non vedono bene, ma anche per i cittadini che col tempo perdono un po' la vista. Poi, le immagini devono avere un testo alternativo, cioè l'immagine deve veicolare informazioni con un testo scritto, e i file, i contenuti non devono essere delle immagini: i file pdf, ad esempio, non devono essere, quindi, delle scansioni, perché vengono colte come immagini dai lettori di schermo utilizzati dai ciechi. Inoltre, i contenuti video devono avere per le persone sorde almeno un testo con il contenuto della voce, magari c'è una voce fuori campo e i sordi non lo potrebbero percepire. Le linee guida sono molto tecniche e i programmatori non avranno difficoltà a verificare sul sito dell'Agid quali sono le regole per adempiere alla normativa. Cosa è l'accessibilità web? I nostri strumenti di interazione, le cosiddette tecnologie assistive, che sono gli strumenti hardware e software in grado di ridurre l'handicap usando i nostri sensi funzionanti, ad esempio la voce, - lo screen reader, la sintesi vocale o il display tattile per chi è cieco e quindi utilizza udito e tatto, l'ingrandimento per chi è ipovedente o tutti i sistemi visivi per chi è sordo - devono correttamente interagire con quello che c'è sullo schermo, con gli oggetti che sono su una pagina web, quindi pulsanti, link, campi da editare, immagini, contenuti audio e video e testi scritti. Noi dobbiamo poter accedere in maniera indiscriminata con i nostri strumenti, non ce li deve fornire un sito internet, a tutte le parti del sito con i tasti semplicemente da tastiera. Se si segue questa semplice regola a occhi chiusi già si copre l'80% delle regole tecniche per l'accessibilità.
Negli ultimi anni si è parlato del famoso divario digitale in Italia, a che punto siamo arrivati?
Il 2020 ha dato una bella spinta in avanti all'accorciamento del divario digitale: siamo stati tutti costretti, volenti o nolenti, ad imparare ad usare la tecnologia perché era l'unico modo che ci consentiva di lavorare, di studiare, di collegarci con gli amici. Ecco noi stiamo facendo un'intervista, mai si sarebbe pensata un'intervista in audioconferenza 2 anni fa. Quindi, non potendo fare altro, abbiamo imparato ad usare le tecnologie. Io cerco sempre di trovare se possibile il lato positivo delle cose, perché certo la pandemia non era un evento che ci aspettavamo, però anche le persone anziane per poter parlare con i loro nipoti o con i loro figli hanno dovuto imparare ad usare per esempio WhatsApp, gli smartphone, oppure gli insegnanti di una certa età che continuavano a non voler utilizzare il computer si sono trovati loro malgrado a dover fare lezione a distanza, con tante difficoltà indubbiamente, però hanno sicuramente imparato molto di più in quest'anno che nei dieci anni precedenti. Si sono moltiplicati i webinar, i seminari online, per la formazione a distanza per cui adesso chi vuole ha veramente tanti strumenti per potersi informare e formare. La riduzione del divario è un elemento che ci ritroveremo una volta che tutta questa vicenda sarà terminata.
Hai avuto un'esperienza personale legata ad un'emergenza e sai come comportarti in caso di calamità?
Personalmente ho vissuto i terremoti, fortunatamente non nella zona critica, quello in Abruzzo, quella di Amatrice, io vivo a Roma e li ho percepiti però in quel momento sono rimasta ferma dov'ero, era notte come per tutti quindi probabilmente uno non sa bene cosa fare prima che si renda conto di ciò che sta succedendo. L'azienda per cui lavoro fa periodicamente dei corsi sulla sicurezza e quello che spesso ci viene detto è che questi corsi vanno ripetuti perché si perde la prontezza di sapere cosa si deve fare anche se il concetto lo si conosce. Per esempio io so che in caso di terremoto la cosa migliore non è buttarsi per le scale, ma cercare di stare sotto qualcosa di stabile e che possa proteggere in caso di crollo, come un tavolo, oppure in caso di alluvione salire le scale.
Racconto una situazione di emergenza che mi è capitata, non legata a questi due eventi: stavo attraversando un semaforo sonoro mentre è passata un'ambulanza. Intanto come si attraversa un semaforo sonoro? Si preme un pulsante che attiva il sonoro, ma non tutti i semafori pedonali hanno il vocalizzatore - perché potrebbero disturbare il vicinato o i palazzi circostanti -quindi il sonoro viene attivato solo dal cieco quando deve attraversare ed entrambi i semafori da una parte e dall'altra della strada hanno un bip a intermittenza. Per attraversare la strada il cieco parte ascoltando il bip del semaforo che gli sta più vicino poi una volta a metà carreggiata deve prestare attenzione al semaforo dall'altra parte in modo da seguire la direzione esattamente ortogonale quindi perpendicolare alla strada e arrivare sull'altro lato della strada, sul marciapiede e poi seguire con il bastone il percorso tattile se presente, oppure i percorsi "naturali", la strada, il muro, la carreggiata. È successo che ero a metà della carreggiata e ho cominciato a sentire la sirena di un'ambulanza. Ora, la sirena di un'ambulanza per fenomeni anche di rifrazione del suono non si sa bene immediatamente da dove arrivi, e quindi avevo perso il suono dei due semafori perché chiaramente l'ambulanza era più forte e non sapevo che fare, se tornare indietro o continuare ad attraversare la strada. Hai pochi centesimi di secondo per prendere una decisione e visto che avevo preso la direzione dell'attraversamento ho continuato in quella direzione cercando di andare dritta, sperando di andare dritta e di arrivare al marciapiede il prima possibile. Mi è andata bene perché sono arrivata sul marciapiede e l'ambulanza mi è sfrecciata immediatamente dietro la schiena, quindi questo può essere un momento abbastanza difficile per un cieco quando il suono viene coperto.
Sicuramente quello che si può fare è cercare di diffondere sempre di conoscere i rischi e sapere cosa fare in caso di un'emergenza e questo è già una prima autotutela e anche un aiuto per i soccorritori in caso di emergenza. Noi cerchiamo di diffondere, una cultura di protezione civile che sia sempre più inclusiva e lo facciamo partendo dall'interno, da chi opera nel sistema di protezione civile e poi cerchiamo di diffondere la conoscenza anche attraverso i cittadini.
C'è da diffondere anche la cultura della sicurezza e dell'autonomia delle persone con disabilità: le persone cieche utilizzano i semafori sonori, i percorsi tattili, il bastone bianco o cane guida e hanno il diritto di muoversi in autonomia laddove siano in grado di farlo grazie a percorsi di autonomia personale.
Ringraziamo Stefania Leone, ADV, per la cortesia e disponibilità dimostrate.
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Fonte foto: Superando