Indagine UNISDR: è possibile ridurre il rischio in caso di emergenza per un disabile?

Le calamità naturali ogni anno colpiscono gran parte delle persone nel mondo, con maggiore incisività sulle persone disabili, una delle fasce più fragili della popolazione, comportando morte ed infortuni.
Cosa si sta facendo per diminuire il rischio di morte o di soccorso non adeguato? Come si può ridurre il rischio in caso di emergenza?
 

L’UNISDR, the United Nations Office for Disaster Risk Reduction, ha lanciato un sondaggio rivolto a tutte le persone con disabilità, i loro assistenti personali e/o quanti ne abbiamo cura, con scadenza il 25 settembre 2013. L’iniziativa è stata promossa in vista della tredicesima Giornata Internazionale delle Nazioni Unite per la Riduzione dei Disastri (DDR) del 13 ottobre 2013, evento che sì è concentrato sulle questioni che mettono a rischio la vita di tutte quelle persone che vivono con una qualsiasi forma di disabilità, con lo scopo di attivare e amplificare il dibattito sulle loro esigenze durante le emergenze.

L’Ufficio delle Nazioni Unite lavora per la riduzione del rischio in caso di calamità naturali, emergenze umanitarie, disastri ambientali o di altra natura (terremoti, alluvioni, condizioni meteorologiche estreme, epidemie, grandi incendi o incidenti industriali, collassi di edifici ecc).

Il risultato dell’indagine, che ha interessato oltre 5450 persone provenienti da 126 paesi, svela il motivo per il quale un numero sproporzionato di persone con disabilità muore o si ferisce durante le emergenze. Si stima che circa il 15% della popolazione mondiale viva con qualche forma di disabilità. Le risposte pervenute dal sondaggio sono state compilate per il 52% da persone di sesso femminile e il 48% da persone di sesso maschile. I rischi di calamità evidenziati dagli intervistati sono stati: le alluvioni con il 54%, le condizioni meteorologiche estreme con il 40%, i tornado con il 39%, la siccità con 37% e i terremoti con il 27%.

Il grado di difficoltà nell'evacuare da parte degli intervistati si manifesta attraverso le tipologie di disabilità delle persone intervistate: il 39% degli intervistati ha una disabilità uditiva, il 54% visiva, il 68% motoria, il 45% ha una difficoltà nel comunicare. Attraverso il sondaggio è emersa un’altra problematica, che riguarda invece i piani d’emergenza. Dai risultati ottenuti si evidenzia che il 71% degli intervistati non ha alcun piano di preparazione personale per le emergenze, il 31% ha sempre qualcuno in grado di poterlo aiutare in caso di evacuazione mentre il 13% non ha nessuno che in caso di emergenza può prestargli soccorso.

Per quanto riguarda i piani di gestione delle catastrofi nelle diverse città, paesi, comunità, solo il 17% degli intervistati ne è a conoscenza ed il 14% ha dichiarato di esser stato consultato per la stesura di questo. Allo stesso tempo il 50% delle persone con disabilità ha dichiarato di voler partecipare alla redazione dei piani di emergenza.

Al termine dell’indagine il capo dell'Ufficio delle Nazioni Unite per l'emergenza, Margareta Wahlström, ha dichiarato: "I risultati di questo sondaggio sono scioccanti. Esso rivela chiaramente che il motivo principale per cui un numero sproporzionato di persone disabili soffrono e muoiono in disastri è perché i loro bisogni vengono ignorati e trascurati dal processo ufficiale di pianificazione delle emergenze. Le persone disabili sono spesso lasciate totalmente all’affidamento della famiglia, amici e vicini per la loro sopravvivenza e sicurezza. Vorrei esprimere la mia gratitudine alle 5450 persone provenienti da 126 paesi che hanno fatto lo sforzo, a volte con l'aiuto di un parente o di amico, di compilare questa indagine, che ci fornisce una nuova lettura su come costruire un mondo più resistente alle catastrofi sia per le persone disabili che normodotate”.

L’obiettivo dell’Ufficio delle Nazioni Unite per la riduzione del rischio in caso di calamità naturali è di condividere le esperienze e i risultati raccolti da questa indagine nella Conferenza Mondiale sulla riduzione del rischio di catastrofi che si terrà in Giappone nel 2015, con lo scopo da parte degli Stati membri dell’ONU di adottare un nuovo quadro globale per la riduzione del rischio delle catastrofi, sostituendo l’attuale quadro d’azione di Hyogo (HFA) adottato nel 2005, in cui è spiegato nel dettaglio ciò che viene richiesto da parte di tutti i diversi “attori” coinvolti, soccorritori e popolazione, per ridurre le perdite umane in caso di disastri e calamità.

Per maggiori informazioni sull’indagine è possibile consultare il sito dell’Unisdr.

Autore: Redazione

Fonti: Superando , Unisdr