Gestione di una emergenza in presenza di persone con disabilità. Per far fronte a queste circostanze saranno di seguito proposte le modalità ritenute più efficaci per affrontare quelle categorie di disabilità in cui può essere più facile imbattersi, ovvero disabilità motorie, sensoriali, cognitive. Non va peraltro dimenticato che in condizione di emergenza qualsiasi persona potrebbe non essere in grado di rispondere correttamente, adottando, di fatto, comportamenti ascrivibili a condizioni transitorie di disabilità.
Affinché un operatore incaricato di affiancare persone in queste circostanze possa dare un aiuto concreto, è necessario che sia in grado di comprendere le necessità di queste, anche in funzione del tipo di disabilità che presentano, e che sia in grado di comunicare un primo e rassicurante messaggio che specifichi le azioni basilari da intraprendere per garantire un allontanamento più celere e sicuro possibile dalla fonte di pericolo.
Misure riferite alla disabilità motoria
Ciò che si considera in questa circostanza è la possibilità di trasportare una persona da un luogo a un altro, oppure assisterla in caso di difficoltà. Nell’approccio alle tecniche da impiegare per la movimentazione di una persona con disabilità motoria è necessario considerare il grado di collaborazione che questa può fornire, secondo le seguenti due tipologie di azione:
La prima risulta idonea nel caso di persone che siano totalmente incapaci di collaborare dal punto di vista motorio, anche in conseguenza di particolari patologie di carattere psichico che possono comportare una totale inabilità motoria. In queste circostanze è necessario essere in grado di garantire un corretto e sicuro espletamento della prestazione richiesta, senza peraltro compromettere l’integrità fisica dell’operatore; è quindi necessario:
La possibilità di collaborazione
Tentare di coinvolgere sempre e comunque la persona da aiutare incoraggiandola verso una collaborazione attiva, seppur nei limiti delle sue abilità, risulta la prima circostanza da considerare. Tale sollecitazione va rivolta alle sue risorse fisiche disponibili, più che a quelle perdute, affinché sia possibile:
Punti di presa specifici
Nel trasporto è necessario porre particolare attenzione a non sottoporre a trazione le strutture articolari (potrebbero determinare conseguenze nocive) e prevenire eventuali compressioni digitali (potrebbero risultare dolorose) appoggiando tutta la mano, in modo da ripartire omogeneamente la sollecitazione e offrire una migliore presa globale. I punti di presa da preferire sono i seguenti:
Tra le tecniche più appropriate la cosiddetta "presa crociata" è quella che meglio coniuga le necessità connesse con la sicurezza nella presa con il benessere del soccorritore ( ne salvaguarda la schiena). In questa circostanza l’operatore:
Nel caso di un solo operatore questo si posiziona alle spalle della persona da aiutare per intraprendere le azioni appena descritte: l’applicazione della tecnica di presa permette anche di contenere il movimento delle braccia che, altrimenti, potrebbero arrecare disturbo al trasporto. Nel caso di due operatori, questi si posizioneranno a fianco della persona da aiutare e afferrando con la mano l’avambraccio. Fortemente sconsigliato risulta, infine, la cosiddetta tecnica di “trasporto del pompiere” o “trasporto alla spalla”, in cui la persona viene adagiata con il ventre sulla spalla dell’operatore, determinando una eccessiva pressione sul torace e sul ventre, con possibilità di traumi nel trasporto.
Posizioni di lavoro corrette
Per economizzare lo sforzo muscolare, nel contempo, prevenire particolari patologie a carico della schiena, è necessario operare seguendo alcune semplici regole generali:
Offerta di collaborazione
Molte volte le persone che utilizzano sedie a ruote possono muoversi autonomamente fino al punto dov’è necessario affrontare dislivelli; in quest’ultima circostanza sarà sufficiente fornire l’assistenza necessaria per il loro superamento. L’azione dell’operatore consiste quindi nel semplice affiancamento, con dichiarazione della propria disponibilità a collaborare, senza imporre la propria presenza; in ogni caso dovrà assicurarsi che la persona completi l’esodo raggiungendo un luogo sicuro. Nell’approccio con persone che utilizzano ausili motori quali gruccia o bastone, per esempio, ma che sono capaci di muoversi in piena autonomia dimostrando di sapersi spostare da sole, un valido contributo può essere fornito anche offrendo la propria disponibilità ad accompagnarle fino a un luogo sicuro. Durante l’evacuazione una persona che utilizza ausili motori (gruccia, bastone, sedia a ruote, ecc.) potrebbe rallentare la velocità delle persone che seguono, inducendo situazioni di panico che potrebbero manifestarsi con il travolgimento di questa; in tal caso è possibile difendere la persona in difficoltà utilizzando il proprio corpo come uno scudo per impedire che sia travolta. In ogni caso risulta evidente la necessità che l’operatore impiegato nel soccorso concordi preventivamente con la persona da aiutare le modalità di trasporto ed evacuazione della stessa.
Tecniche di trasporto
a) Trasporto con un operatore
Il sollevamento in braccio è il metodo più idoneo per trasportare una persona quando non ha forza nelle gambe, ma è pur sempre collaborante, ma non si può considerare se il trasportato pesa molto meno di chi la trasporta. In tal caso è necessario far collaborare il trasportato stesso, invitandolo a porre il braccio attorno al collo dell’operatore che lo sta trasportando, in modo da alleggerire il peso altrimenti interamente scaricato sulle braccia.
b) Il trasporto con due soccorritori
Qualora la persona da trasportare pesi più dell’operatore, ma in ogni caso risulti collaborante, è necessario operare in due. In tal caso le azioni da compiere saranno le seguenti:
Uno svantaggio di questa tecnica potrebbe manifestarsi affrontando un percorso in ambiti ristretti (scale o corridoi), ovvero tale da rendere difficoltoso il movimento. In questa circostanza va impiegata la tecnica descritta nel punto seguente.
c) Trasporto a due in percorsi stretti
Talvolta il passaggio da attraversare è talmente stretto che due persone affiancate non possono passare. In questa circostanza i due operatori si disporranno dietro e davanti la persona da aiutare; quello posteriore attuerà la presa crociata, mentre quello anteriore sosterrà la persona tra le ginocchia e i glutei. E’ comunque una tecnica da utilizzare con molta prudenza, in quanto il capo reclino potrebbe causare difficoltà respiratorie per la possibile occlusione delle vie aeree; è bene quindi limitarla ai soli passaggi critici.
d) Trasporto a strisciamento
Nel caso in cui l’operatore debba procedere in ambienti di altezza limitata, oppure disponga di poche forze residue, la tecnica del trasporto per strisciamento gli permette di scaricare sul pavimento gran parte del peso del trasportato.
e) Assistenza di una persona in sedia a ruote nello scendere le scale
Qualora sia necessario utilizzare le scale per far evacuare una persona in sedia a ruote, in funzione del numero di operatori disponibili potranno essere adottate più tecniche:
Per favorire il trasporto lungo le scale di una persona con difficoltà, in condizioni sia ordinarie sia straordinarie, come una emergenza, sono stati recentemente introdotti nel mercato dei dispositivi progettati per agevolare l’evacuazione lungo le scale. Si tratta di vere e proprie "sedie di evacuazione", progettate per poter trasportare una persona lungo le scale, in discesa, muovendosi sugli apici dei gradini. Tali ausili, molto diffusi nei paesi anglosassoni, possono essere utilizzati con facilità anche da parte di una sola persona. Ovviamente possono essere impiegate anche per aiutare persone che durante l’emergenza possono non essere più in grado, in conseguenza di un particolare stato emozionale, di muoversi autonomamente. Nell’evacuazione delle strutture World Trade Center, seguita al tragico attentato dell’11 settembre 2001, tali dispositivi sono stati utilizzati con successo.
Altre difficoltà
La gravidanza, soprattutto se in fase avanzata, può essere condizione di disabilità temporanea. In questa circostanza l’operatore si offrirà di accompagnare la donna sino all’uscita, con l’obiettivo di starle vicino per prestare, a bisogno, aiuto fisico e sostegno psicologico finché non avrà raggiunto un’area sicura di raccolta e non sarà stata sistemata in un posto caldo e sicuro. Se la persona da aiutare presenta problemi alla respirazione, derivanti da stress conseguente alla situazione, affaticamento, esposizione a piccole quantità di fumo o altri prodotti di combustione, ma anche condizioni fisiologiche proprie, l’operatore dovrà rimanerle vicino, anche per aiutarla a utilizzare eventuali prodotti inalati, quindi accompagnarla fino al luogo sicuro avendo cura di assicurarsi che altri operatori o soccorritori esterni se ne prendano cura. Nel caso di persone con problemi di tipo cardiaco l’assistenza si può limitare a una offerta di aiuto o affiancamento, poiché potrebbero disporre di una ridotta energia e richiedere frequenti momenti di riposo.
Misure riferite alla disabilità sensoriale
a) Tecniche di assistenza a persone con disabilità della vista
Nel prestare assistenza a persone con questo tipo di disabilità l’operatore dovrà porre in atto i seguenti accorgimenti:
Qualora si ponesse la necessità di assistere una persona con cane guida, gli accorgimenti saranno i seguenti:
b) Tecniche di assistenza a persone con disabilità dell’udito
Nel prestare assistenza a persone con questo tipo di disabilità l’operatore dovrà porre in atto i seguenti accorgimenti:
Le regole di comunicazione appena esposte vanno utilizzate anche nei confronti di persone che usano protesi acustiche, poiché non sempre riescono a percepire perfettamente il parlato. Va infine considerata l’opportunità che il personale incaricato della gestione dell’emergenza possieda una conoscenza di base della Lingua Italiana dei Segni (LIS).
c) Misure riferite alla disabilità cognitiva
Al verificarsi di una emergenza le persone con disabilità di apprendimento possono avere difficoltà nel riconoscere o nell’essere motivate ad agire da parte di personale non specificatamente formato a tal proposito. Possono anche manifestare difficoltà nell’eseguire istruzioni piuttosto complesse, che coinvolgono più di una breve sequenza di semplici azioni.
In situazioni di pericolo possono inoltre esibire un atteggiamento di completa, parziale o nulla collaborazione con coloro che portano soccorso. Può infine accadere che a fronte di una situazione nuova e sconosciuta manifestino una reazione di totale rifiuto e disconoscimento del pericolo, che può sfociare in comportamenti aggressivi auto o etero diretti nei confronti di coloro che intendono prestare aiuto. In queste circostanze l’operatore deve mantenere la calma, parlare con voce rassicurante con il disabile, farsi aiutare da persone eventualmente presenti sul luogo e decidere rapidamente il da farsi. Il ricorso ad un eventuale intervento coercitivo potrebbe anche rappresentare l’unica soluzione per garantire il raggiungimento di un obiettivo prioritario quale l’integrità fisica della persona.
Il coordinamento con i soccorsi esterni
Nell’ambito della pianificazione aziendale dell’emergenza va considerato il coordinamento con gli organismi preposti al soccorso (vigili del fuoco, 118) anche per quanto concerne le necessità proprie di persone che potrebbero incorrere in difficoltà. In casi particolari, potrebbe addirittura risultare necessario coinvolgere preventivamente tali strutture.
Tra le tante condizioni, oltre a quelle che potrebbero emergere da una corretta valutazione dei rischi, vanno considerate:
Indipendentemente dal tipo di piano, l’aspetto più critico è che sia simulato con realismo e ben coordinato con gli enti locali di assistenza, fermo restando, ovviamente, il massimo coinvolgimento preventivo delle persone interessate.
Fonte: AFIS
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