Il capo della Protezione Civile della Regione Calabria Domenico Costarella ospite della trasmissione “L’altra Politica” illustra le novità della riforma legislativa varata nell’ultimo Consiglio.
L’importanza della prevenzione nel senso della pianificazione e della conoscenza, un rapporto e un raccordo sempre più stretto con i Comuni e i sindaci, il ruolo fondamentale del volontariato. Su questi temi Domenico Costarella, dirigente generale della protezione Civile della Regione Calabria, ha posto l’attenzione nel corso della puntata della trasmissione “L’Altra Politica”, approfondimento settimanale in onda sul canale 75 de “L’Altro Corriere tv”. Ospite di Danilo Monteleone e Ugo Floro, Costarella ha illustrato le novità contenute nella riforma del sistema della Protezione civile regionale varata dalla Giunta Occhiuto e approvata in Consiglio nell’ultima seduta.
La riforma della Protezione civile calabrese
E la riforma è stata la traccia del confronto di Costarella con Monteleone e Floro. «Partiamo da un dato: questa legge – ha ricordato il dg della Prociv della Regione – governa un settore che era regolato da una legge del 1997, in 26 anni è cambiato il mondo, il presidente Occhiuto l’ha detto in Consiglio e noi ringraziamo il presidente e la Giunta per aver dato questo input di cui c’era bisogno adesso. La prima cosa che la legge regionale fa è recepire il codice nazionale di protezione civile, del 2018. La novità più interessante è che quando c’è un evento di una certa rilevanza non nazionale ma regionale il presidente della Giunta può emanare lo stato di emergenza regionale e quindi sostenere i Comuni colpiti supportandoli non solo sul piano operativo con la protezione civile regionale e con la tutela e il soccorso delle persone e il ripristino delle infrastrutture ma anche economico con il ristoro delle persone danneggiate. Quello che governa il nostro sistema – ha rilevato il dirigente generale della Protezione civile è il principio di sussidiarietà: prima interviene il Comune, poi la Regione e lo Stato».
Le parole d’ordine: prevenzione e pianificazione
Per Costarella «la gran parte del lavoro della protezione civile è la prevenzione, nel nostro caso la prevenzione non strutturale, la pianificazione: cioè studiamo prima. Al tempo del terremoto dell’Irpinia non c’era un servizio organizzato di protezione civile e uscì un titolo di giornale “Fate presto”, noi invece diciamo “facciamo prima. Facciamo dunque la pianificazione, lavoriamo sulla pianificazione a tutti i livelli, territoriale, d’ambito, regionale perché definire prima procedure e attività, conoscenza del territorio, definizione dello scenario di rischio e di evento aiuta poi nel lavoro. La prima legge di protezione civile è del 1992 e quindi c’è voluto del tempo». Secondo Costarella poi «i Comuni sono tante cose, e sono un avamposto di protezione civile, però bisogna aiutarli perché quello di sindaco è un mestiere molto complicato. I Comuni hanno tutti ormai un piano di protezione civile e con Anci stiamo lavorando per supportare il loro lavoro: intensificheremo gli incontri alla luce anche della nuova legge, che presenteremo a tutte le componenti. Tutto si può migliorare. Anche noi come Regione con la nuova legge lavoreremo per definire bene il nostro nuovo piano di Protezione civile. Ci sono vari piani di protezione civile che vanno resi organici anche con l’aiuto dei Comuni». Quanto alla pianificazione, Costarella ha spiegato che «si fonda su due pilastri: la conoscenza del territorio e la conoscenza del rischio che avviene attraverso la diffusione del piano e le iniziative di conoscenza. Su questo abbiamo iniziato un percorso che non è breve ma è stato avviato. Grazie ai Comuni abbiamo già individuato modalità di partecipazione: ad esempio a Bagnara abbiamo inaugurato una modalità partecipata coinvolgendo i cittadini alla redazione del piano, perché questo migliora la conoscenza. Noi tra l’altro abbiamo realizzato una piattaforma in cui inserire i dati, la stiamo testando: come sviluppo avrà il fine di far conoscere i piani di protezione civile. Quindi due pilastri, la parte tecnica e comunicativa di conoscenza del rischio e su questo noi vogliamo incidere. Perché si può fare un piano tecnicamente perfetto ma se non è conosciuto abbiamo fatto solo metà del lavoro».
«L’allerta gialla è un campanello d’allarme»
Sempre con riferimento alla nuova legge regionale, Costarella ha osservato che la riforma detta dei principi, e occorre lavorare affinché vengano attuati. Quanto alle modalità di risposta agli eventi, nella legge sono previsti dei comitati operativi regionali che possono essere convocati per una risposta pronta all’emergenza; è prevista anche una unità di crisi ristretta e più interna alla Regione proprio per dare una rapida risposta. Per quanto riguarda i cambiamenti climatici, invece, l'emergenza in questo caso richiede interventi multi livello, anzitutto sul piano previsionale. Riferendosi a quanto accaduto nelle Marche a settembre, la costante della zona era l'allerta gialla il che significa che la natura degli eventi che si verificano determinano la necessità di non avere esitazioni specie di fronte ad eventi estremi, i famosi temporali autorigeneranti, che hanno ormai una incidenza molto forte e un livello di prevedibilità non proprio canonico. In ogni caso l’allerta gialla di per sé deve costituire un campanello di allarme. Quest’ultimo tema ovviamente è particolarmente sentito, soprattutto dai sindaci: «Sull’allerta meteo – ha sostenuto Costarella – siamo sempre in contatto con i sindaci, anche se a volte ci dicono che vogliamo scaricare su di loro ma non è così. La nostra è anche una forma di tutela, per richiamare l'attenzione, sulla necessità di attivare i presìdi di gestione dell’emergenza. Il capo della Protezione civile calabrese ha poi fatto riferimento allo Stromboli, che desta sempre qualche preoccupazione, spiegando che «il rischio zero non esiste, si può ridurre, ma non annullare. L'attività del vulcano è tenuta sotto controllo ed è presente un piano che prevede, tra l'altro, il contatto costante con la Protezione civile nazionale e un monitoraggio attivo».
Il terremoto in Turchia
L’insegnamento del terremoto in Turchia: «Non utilizzare mai la parola “tranquilli”. Il terremoto in Turchia ha una sua storia. Quello di cui dobbiamo essere consapevoli – ha aggiunto Costarella – è che la nostra regione è a elevato rischio sismico, quindi i terremoti – la storia della Calabria lo insegna – sono stati tanti, l’ultimo violento è stato quello famoso Reggio-Messina. Ci ricolleghiamo alla pianificazione, la conoscenza del rischio e del territorio. Bisognerebbe sapere, quando si esce da un edificio, dove andare in caso di terremoto: chiaramente subentra il panico, che è un elemento da tenere in considerazione, per questo è necessario un lavoro di formazione e di conoscenza del rischio. Partiamo dai piccoli comportamenti, il sapere dove andare a ripararsi. Se iniziamo a impararli già abbiamo fatto un cambiamento, magari piccolo ma un cambiamento, sul piano culturale. Poi ovviamente si possono fare ragionamenti sulla prevenzione strutturale degli edifici, sui piani di costruzione, ma noi facciamo soprattutto prevenzioni non strutturale e quindi pianificazione e conoscenza, per questo noi battiamo sempre tanto su questi aspetti»
Il protagonismo del volontariato
Nella nuova legge regionale c’è un rinnovato protagonismo del volontariato. «Il volontariato, già a partire dalla legge, è impiegato in tutte le fasi della protezione civile. Può supportare gli enti nella pianificazione, ma soprattutto nella divulgazione del piano. Poi interviene l’emergenza. Il volontariato – ha rilevato Costarella – è la spina dorsale trasversale del nostro sistema. Quello che vorremmo fare è aumentarne la portata non solo quantitativa ma qualitativa, sostenendone la crescita. Uno dei principi che attueremo con la nuova legge è proprio questo: supportare la crescita del volontariato affinché possa migliorare la capacità aiutandoli anche con contributi e progetti e con la formazione. Il volontariato dev’essere sostenuto in modo da poter crescere per pronto al servizio dei cittadini. Importante inoltre anche la gestione delle fragilità e disabilità nelle emergenze: noi in Calabria – ha concluso Costarella– abbiamo una cultura in questo senso già nella fase di pianificazione perché il trattamento del soccorso alle persone con fragilità e disabilità e importantissimo e delicatissimo».
Fonte e foto: CorrieredellaCalabria.it
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