L’associazione ASMeD Associazione per lo studio dell’assistenza medica alla persona con disabilità e la Società Italiana di Ergonomia e Fattori Umani hanno elaborato una guida ad hoc con le indicazioni igienico-sanitarie ed ergonomiche messe a punto durante questi mesi di pandemia di SARS-CoV-2 da un gruppo di professionisti per tutelare la salute e limitare il rischio di contagio delle persone disabili ospitate in strutture semiresidenziali, residenziali o che si trovano in contesti lavorativi.
A quali condizioni il caregiver, cioè la persona che si prende cura di una persona disabile, può essere una risorsa per l’ospedale e per la persona stessa? È sempre più necessario pensare a una medicina ‘su misura’. Cure appropriate significa risposte diverse da costruire nei contesti in cui ci si trova. È necessario cambiare paradigma.
Solo qualche esempio: è possibile effettuare il tampone in sedazione a coloro che non potrebbero farlo diversamente, oppure si possono ricercare soluzioni alternative adattate ad ogni singolo caso, sostenibili, ugualmente valide nella diagnosi e nel tracciamento dei contagi (raccomandare pratiche come il tampone salivare); con un posto libero in reparto, è possibile accogliere in ospedale il caregiver assieme alla persona con disabilità sospetto COVID e, in assenza del posto libero, si può predisporre una poltrona letto, creando le condizioni di sicurezza per tutti.
Per attuare l’obbligo di distanza fisica e mascherina, nelle strutture semiresidenziali e residenziali, possiamo coinvolgere le persone con disabilità senza imporre necessariamente regole, ma ad esempio giocando a lavarsi le mani dopo averle immerse nella cioccolata, danzando il tango a un metro di distanza e perfino immaginando di essere la "Banda Bassotti" quando si indossa la mascherina. Sono alcune delle buone pratiche descritte nella Guida, tenendo in equilibrio il diritto alla salute fisica con il diritto alla salute psichica, che deriva dalla possibilità di condurre una vita quanto più possibile simile a quella della popolazione generale.
“Se rimettiamo al centro le persone e costruiamo le risposte attorno ai più fragili, agli ambienti di vita e di cura, elimineremo gran parte delle rigidità che sono di ostacolo nell’accoglienza e nell’assistenza di queste persone… i protocolli e le buone prassi verranno di conseguenza”, spiega Luigi Vittorio Berliri, presidente di Spes Contra Spem.
I “principi pratici” proposti nel documento sono:
Domunenti utili:
Fonte: Osservatorio malattie rare
Fonte foto: Fondazione Mantovani Castorina Onlus
Link utili: Osservatorio malattie rare, ASMeD pagina fb, SIE Società Italiana di Ergonomia e Fattori Umani
Articoli correlati: