Coronavirus e volontariato. L’emergenza sanitaria del Coronavirus ha colpito tutti ed inevitabilmente ha messa in evidenza i bisogni e le necessità di chi ha maggiori difficoltà e fragilità. Le misure prese a contenimento della pandemia, anche se necessarie dal punto di vista sanitario, hanno inciso in modo negativo sulla fascia di popolazione più vulnerabile, come le persone con disabilità, persone anziane e spesso anche sui bambini.
Le organizzazioni di volontariato con grande determinazione, volontà, sacrificio, creatività e forte senso di prossimità, hanno portato aiuto e supporto a chi ha vissuto e vive in situazioni di forte difficoltà. Questo è "quello che ha fatto e fa ogni giorno la differenza", nella logica di una società inclusiva per tutti.
La redazione di Abili a proteggere, attraverso una serie di interviste alle principali associazioni di categoria, prima, e poi alle Organizzazioni di Volontariato attivate dal Dipartimento nell'ambito dell'emergenza, ha voluto dare voce ai bisogni delle persone con diverse disabilità, che l’emergenza ha portato spesso all'isolamento e allo stravolgimento della normalità. In particolare dal mondo del volontariato abbiamo voluto raccogliere, da un lato, una testimonianza diretta di quelli che sono i bisogni della popolazione più fragile e diffondere i servizi di assistenza forniti anche da parte del mondo del volontariato, dall'altro evidenziare le loro proposte ed iniziative.
Tutte le organizzazioni si sono attivate mettendo a disposizione i loro volontari per provvedere alla consegna dei farmaci, della spesa, per dare supporto psicologico e vicinanza alle persone che, tramite numeri dedicati, chiamavano per segnalare una situazione di criticità o per chiedere di non essere lasciate sole. I familiari o caregiver delle persone con disabilità si sono rivolti alle associazioni di volontariato soprattutto per consigli pratici nella gestione degli stati d'animo ed emotivi conseguenziali al lockdown.
La maggior parte delle organizzazioni ha messo a disposizione i loro mezzi di trasporto per accompagnare chi ne aveva bisogno in ospedale o negli ambulatori aperti per gli interventi urgenti di cui le persone fragili hanno necessità, come ad esempio il CISOM. I volontari si sono anche organizzati in una rete di supporto per coloro che necessitavano di terapie giornaliere piuttosto che dell'uscita quotidiana.
MSF - Medici Senza Frontiere ha riscontrato nuove vulnerabilità durante questa epidemia, di cui è stato importante tenere conto: gli anziani, gli ospiti delle case di riposo e delle RSA sono sicuramente stati tra i principali target delle loro attività. C’è stata molta attenzione per fasce marginali di popolazione: in particolare i migranti, le persone senza dimora, tutte le persone che hanno già in tempi normali difficoltà ad accedere ai servizi sanitari e ad avere condizioni di vita soddisfacenti e per le quali proprio durante l'epidemia le condizioni di vita e l'accesso all'assistenza sanitaria sono diventate ancora più complesse. In particolare nell'area di Roma, attraverso una collaborazione già in piedi con l'Asl Roma 2, è stato dato supporto a questa popolazione anche semplicemente nell'applicazione di misure di prevenzione e di controllo dell'epidemia. Anche CIVES - Coordinamento Infermieri Volontari Emergenze Sanitarie, in collaborazione con le Asl di riferimento, ha svolto a livello nazionale diverse attività in ambito sanitario, come l'attività di screening con i tamponi.
AMFE - Associazione Nazionale Medici di Famiglia Volontari per le Emergenze si è attivata per rispondere alle diverse esigenze di cura, soprattutto per i malati cronici, nonché di triage per quelle persone che erano paucisintomatiche oppure si prospettavano di avere una patologia febbrile o una dispnea, sempre in collegamento con le Asl e i distretti per poi intraprendere i percorsi di cura. Psicologi per i popoli, come anche SNE - Supporto Nazionale Emergenze, ha prestato molta attenzione ai bambini, agli anziani e alle persone con disabilità fisica e cognitiva, alle donne che in questa pandemia sono state fortemente in difficoltà, agli operatori socio sanitari, che hanno lavorato in prima linea negli ospedali, nelle strutture sanitarie come le Rsa, al 118 e al pronto soccorso, supportandoli anche nella comunicazione alle famiglie, con assistenza da remoto e in prossimità in reparto. Prociv Italia, in aggiunta, ha aiutato in particolare coloro i quali hanno perso il lavoro a causa dell’emergenza o chi in cassa integrazione si è trovato in difficoltà.
Da AMFE arriva una proposta molto interessante che riguarda la messa a punto del programma di georefertazione delle persone fragili. Durante questa emergenza i medici sono stati attivati con i C.O.C., che hanno recepito la Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 7 gennaio 2019 (Concorso dei medici delle Aziende
Sanitarie Locali nei Centri Operativi Comunali ed Intercomunali, l’impiego degli infermieri ASL per l’assistenza alla popolazione e la Scheda SVEI per la valutazione delle esigenze immediate della popolazione assistita).
Anche dal mondo del volontariato è arrivata la forte raccomandazione a rispettare le regole del distanziamento sociale e uso costante dei dispositivi di protezione. Da ANPAS arriva l’invito per i soggetti con disabilità a riprendere quella connessione che è un elemento che garantisce qualità di vita sulla base delle capacità relazionali residue in particolari delle persone con disabilità psicofisica o fragilità come nel caso degli anziani per alleviare il decadimento cognitivo.
PROCIV-ARCI - Organizzazione di Volontariato di protezione civile suggerisce di fornire tablet alle persone ricoverate nelle Rsa o in ospedale per facilitare la comunicazione con i familiari. La CRI - Croce Rossa Italiana tiene a sottolineare come il distanziamento fisico debba essere associato alla vicinanza sociale. CIVES - Coordinamento Infermieri Volontari Emergenze Sanitarie propone l'assistenza di prossimità, perché gli ospedali possono garantire le acuzie, ma è il territorio a dover prendere in carico le persone con un'assistenza sia specialistica, ma anche del volontario generico. SIPEM - Società italiana di psicologia dell’emergenza ritiene che già in tempo di pace debbano essere potenziati i servizi territoriali sanitari dedicati alle disabilità psichiatriche, debba essere costruita una rete di attività e di conoscenza reciproca di come sono strutturati i servizi in quel determinato territorio e delle associazioni che si occupano delle persone con disabilità, nonché delle persone con disabilità e dei loro caregiver e che infine debba essere implementata la preparazione sul tema disabilità.
Link esterni: Dpc-Elenco centrale delle Organizzazioni di volontariato