Abbiamo tutti dovuto ammetterlo: eravamo impreparati ad affrontare una crisi tanto profonda e senza confini che colpisce il bene primario della salute. E così l’emergenza Covid-19 ha investito come un’onda di maremoto i nostri sistemi sociali ed economici. Ci siamo scoperti vulnerabili, perchè l’isolamento, lo stravolgimento della quotidianità hanno portato ansia per il futuro e messo in discussione le certezze. Ma a pagare conseguenze ancora più gravi è stata quella fascia di popolazione più vulnerabile e le loro famiglie in situazione di maggiore fragilità.”.
Monitoraggio bisogni delle persone con disabilità. La redazione di Abili a proteggere attraverso una serie di interviste alle principali associazioni nazionali di categoria che rappresentano le persone vulnerabili ha voluto dare voce ai bisogni delle persone con diverse disabilità, che l’emergenza ha portato spesso all'isolamento e allo stravolgimento della normalità.
Le criticità riscontrate sono molteplici: dalla difficoltà di andare a fare la spesa o di accedere alla consegna a domicilio, all'accesso ai servizi telematici e alle piattaforme per la didattica a distanza non accessibili agli studenti con disabilità visiva (questi ragazzi non possono frequentare e quindi restano indietro), dalla sospensione nella prima fase del servizio civile alla necessità di utilizzare dispositivi per la protezione sanitaria, soprattutto per chi, come le persone cieche, utilizza le mani per conoscere, leggere, esplorare. Sono stati, inoltre, sottolineati l'alto rischio di contagio per le persone che vivono nelle RSA, le Residenze sanitarie assistenziali, e la necessità di garantire la sicurezza sanitaria in queste strutture.
Le persone sorde hanno riscontrato difficoltà nell'accedere ai servizi di informazione, nel contattare i numeri di richiesta soccorso e i numeri verdi regionali e nel comunicare con i medici, il personale delle farmacie, i colleghi di lavoro, le forze dell’ordine incaricati di effettuare i controlli sulle uscite, in quanto dotati di mascherine che non consentono di leggere il labiale.
Le persone con disabilità cognitiva e/o relazionale, in particolare le persone con autismo, hanno accusato l'impossibilità di uscire, soprattutto nella prima fase del lockdown, perché a volte la passeggiata nei pressi dell’abitazione non è stata sufficiente in quanto c’è la necessità di ampi luoghi all'aria aperta dove poter scaricare la tensione per non assumere atteggiamenti auto o etero aggressivi. Inoltre, la chiusura dei centri riabilitativi e socioeducativi, pur necessaria, ha comportato un sovraccarico dell'assistenza a carico delle famiglie. Questo aspetto è emerso per tutte le tipologie di disabilità. Per i bambini con sindrome di down che frequentano nidi e scuole materne, l’interruzione delle attività scolastiche ha significato un arresto totale di tutta la vita di relazione che per questi bambini è importantissima per stimolarli al dialogo, all'affettività, per imparare delle tecniche di autodeterminazione e anche di autonomia. Inoltre, non sempre è stata garantita una didattica a distanza per i bambini con disabilità cognitiva che necessitano di qualcuno che orienti e faciliti la didattica.
Le persone con disabilità motoria invece hanno lamentato difficoltà di avere a disposizione i servizi di assistenza domiciliare garantiti in sicurezza e di reperire protesi e presidi.
Le persone con sclerosi multipla hanno dovuto interrompere in molti dei casi il percorso di cura, la riabilitazione, le visite specialistiche e hanno avuto difficoltà nel reperimento dei farmaci e delle forniture necessarie. Hanno dovuto poi fare i conti, come anche per persone con distrofia muscolare, con la mancanza di assistenza dei caregiver di supporto alla persona, con l'isolamento sociale e con la difficoltà nel gestire la quotidianità.
Infine, gli anziani hanno sofferto a causa della mancanza di socializzazione, dell'emarginazione e discriminazione legata al rischio da Coronavirus, spesso isolati a causa del divario digitale tra l'anziano e il resto della popolazione.
Queste sono solo alcune delle criticità riscontrate, ma la capacità di resilienza di queste persone e delle loro famiglie con l’aiuto e il supporto delle rispettive Associazioni, hanno portato a soluzioni e proposte interessanti che dimostrano che anche le difficoltà maggiori possono essere superate con l’aiuto di tutti: dalle Istituzioni, agli enti locali alle associazioni, attuando una leadership che supporti l’organizzazione e che trasmetta valori positivi, riorganizzando al contempo la propria vita dinanzi alle difficoltà e in questo tutte le persone con disabilità ne sono un costante esempio. Tra i servizi attivati dalle associazioni: ascolto e supporto psicologico, supporto pratico (spesa), formazione e informazione a distanza, anche su come affrontare l'emergenza, promozione della tele riabilitazione, assistenza legale, sociale e didattica, messa a disposizione delle informazioni in formato accessibile e infine interlocuzione con le istituzioni.
Il prossimo obiettivo di Abili a proteggere è quello di intervistare le Organizzazioni nazionali di volontariato attivate dal Dipartimento della protezione civile nell'ambito della gestione dell’emergenza Covid-19 per proseguire il monitoraggio bisogni delle persone con disabilità da un altro punto di vista, osservazione e assistenza. Lo scopo delle interviste è quello di avere una testimonianza diretta di quelli che sono i bisogni della popolazione più fragile e diffondere i servizi di assistenza forniti anche da parte del mondo del volontariato.
Parallelamente all'attività svolta dalle Organizzazioni nazionali, a livello territoriale stanno operando moltissime associazioni di protezione civile e sociale, cui stiamo dando visibilità tramite i social network. Per segnalare attività e servizi svolti a favore della popolazione vulnerabile potete scrivere a [email protected]
Link utili: Dipartimento della protezione civile