L’epidemia da coronavirus dilaga in Italia e nel mondo. Una corsa contro il tempo, in cui tutti ci siamo scoperti fragili dal momento che l’isolamento, lo stravolgimento della normalità ha portato all'ansia per il futuro, alla messa in discussione delle certezze. Ma in questa sensazione di precarietà ed emergenza il nostro pensiero va a coloro che fragili lo sono da sempre, va alle persone con disabilità che stanno vivendo col peso dell’isolamento e di non sapere come affrontare e gestire l'eventuale contagio, anche sotto il profilo psicologico. Questo è quanto affermato dall'avvocato Giulio Nardone, presidente di ADV, Associazione Disabili Visivi, intervistato telefonicamente da Abili a proteggere in merito a tema emergenza Covid-19 e disabilità visiva.
Presidente Nardone, come stanno vivendo le persone cieche ed ipovedenti questa emergenza del Covid-19?
Naturalmente dipende un po’ dal carattere delle persone, ci sono persone che sono portate all'ottimismo e che si abituano facilmente a situazioni di difficoltà e poi ci sono invece persone più apprensive. Quindi è una questione personale che esula dalla situazione del vedere o non vedere. Per un cieco solo l’idea di andare in terapia intensiva o subintensiva è drammatica perché la persona cieca non avrebbe la possibilità di esprimersi in nessun modo, non sarebbe in grado neanche di accorgersi se entra una persona in stanza per chiedere informazioni. Non parliamo poi della terapia intensiva profonda, quando si viene intubati e viene messo un casco in testa a quel punto è il totale isolamento dal mondo, e sotto il profilo psicologico è qualcosa da film del terrore. Noi abbiamo parlato di questo aspetto con tutti i nostri associati e siamo d’accordo nel rispettare assolutamente tutte le misure necessarie per non incorrere nel contagio perché se per tutti quanti è una tragedia per noi è una tragedia doppia, per cui per noi è fondamentale osservare tutte le misure e le attenzioni per evitare di incorrere in questo problema. Quindi il distanziamento sociale, l'uscire il meno possibile o non uscire per niente quando si può evitare è assolutamente normale per noi. Ci indigniamo, invece, quando sentiamo che ci sono dei cittadini che protestano per queste restrizioni e addirittura minacciano la disobbedienza civile, come se queste restrizioni fossero una prevaricazione, un'ingiusta violazione dei diritti costituzionali.
La necessità di essere prudenti, come dicevo prima, è un fatto che io avverto fra i nostri associati come molto sentito e quindi molto rispettato, anche se, mentre per gli anziani non vedenti è più facile non uscire perché sono piuttosto abituati a stare in casa e a non muoversi, i più giovani, abituati a muoversi autonomamente in città, grazie anche all'uso di ausili che si stanno diffondendo nelle città come i percorsi tattilo-vocali e i percorsi LVE che aiutano molto la mobilità autonoma, soffrono di più queste restrizioni come tutti.
Che supporto riesce a dare l’Associazione Disabili Visivi in questa situazione di emergenza alle persone cieche e ipovedenti?
Noi cerchiamo veramente di dare il massimo supporto possibile con tutti i mezzi a nostra disposizione. Ad esempio inviamo copia di tutti i decreti ministeriali, delle varie interpretazioni, diamo notizia delle circolari dell’Inps per quanto riguarda il lavoro, per quanto riguarda la richiesta di particolari agevolazioni per le persone con disabilità. Cerchiamo di supportarli nell'attivare il lavoro agile, che i ciechi possono fare tranquillamente purché siano loro dati gli strumenti, le tecnologie assistive che consentono di usare il computer che oramai è lo strumento principale per svolgere qualunque attività sia lavorativa che ludica. Una fonte molto utilizzata e molto seguita per accedere a notizie costantemente aggiornate è “Notizie Accessibili”, in cui si ritrovano tutte le notizie di attualità pubblicate in tempo reale, ad esempio una circolare dell’Inps pubblicata alle ore 17 sul loro sito, alle ore 19 è già pubblicata su questa rivista telematica. In questa sezione vengono pubblicati anche articoli di attualità, abbiamo le statistiche aggiornate e quanto si sta facendo o non si sta facendo negli altri paesi. Questo è un modo per essere in contatto diretto con i nostri associati e non lasciarli mai soli, tenendo vivo un continuo contatto con diversi strumenti: whatsapp, dove abbiamo la possibilità di dare in tempo reale delle risposte, servizio email interattivo, la stamperia braille a Napoli, che continua a lavorare a pieno regime per distribuire centinaia di riviste settimanali, sia quindicinali che mensili, a migliaia di persone. Raccogliamo, inoltre, le varie esigenze e richieste per poi trasmetterle agli enti competenti. Abbiamo raccolto l’SOS di una nostra associata di Bolzano, che si trovava in grande difficoltà perché isolata in casa a seguito di una storta alla caviglia. Abbiamo subito provveduto a metterla in contatto, anche se con un po’ di fatica, con i servizi sociali che hanno risolto il problema. Questo tipo di attività la svolgiamo per tutti i ciechi italiani che si rivolgono a noi, e non solo per i nostri associati.
Che bisogni percepite dai territori? Cosa secondo lei manca, ci vorrebbe o si può fare di più?
Un problema che abbiamo avvertito subito in maniera netta e precisa è l’interruzione del servizio civile, che naturalmente era necessario, ma ci ha creato grossi problemi, primo perché ci siamo trovati a dover svolgere da soli tutte le attività per le quali prima avevamo la collaborazione di questi giovani del servizio civile e poi perché ci siamo trovati a non avere più accompagnatori per i singoli non vedenti che si sono ritrovati dalla sera alla mattina a non poter più contare su questa forma importante di ausilio e a doversi arrangiare. E le difficoltà maggiori sono state riscontrate soprattutto dalle persone anziane. Per risolvere questo problema abbiamo dato informazioni sulle possibilità di attivare servizi di spesa a domicilio che però sono ancora molto carenti, ed in alcune città è molto difficile ottenerli e anche mettendo in contatto i nostri associati con determinati supermercati, che in tempi normali svolgevano un servizio di spesa a domicilio ma che chiaramente ora sono oberati dalle richieste. Addirittura in alcune piattaforme di questi supermercati non si riesce nemmeno ad accedere perché dopo un certo numero chiudono le possibilità di accesso. Sarebbe di grandissimo aiuto dare la priorità di accesso alle persone con disabilità in quanto per loro rappresenta un servizio essenziale e non solo una comodità, per loro avere accesso alla piattaforma online per fare la spesa fa la differenza tra avere il piatto in tavola e non averlo. Questo servizio dovrebbe essere facile da ottenere perché alcuni supermercati hanno già una lista di clienti con disabilità, corredata di documenti e certificazioni ufficiali che se prima consentivano la gratuità adesso dovrebbero consentire la priorità, questo penso che sia una cosa da poter chiedere. Poi, qualora la persona cieca riesca ad uscire da sola per andare a fare la spesa in qualche supermercato vicino casa, il problema è la coda interminabile e la poca sensibilità da parte delle persone di far passare le persone con qualsiasi disabilità o persone anziane. Il problema sarebbe risolvibile prevedendo una fila dedicata alle persone con disabilità e anziani. Per quanto riguarda invece i più giovani c’è il problema della scuola, la scuola cerca di supplire, come è noto, con i sistemi telematici ma qui c’è il grosso ostacolo dell’accessibilità perché purtroppo poche piattaforme sono abbastanza accessibili agli stessi docenti non vedenti. Ci sono docenti non vedenti che debbono utilizzare determinate piattaforme che il loro istituto ha scelto e che non sono ben accessibili da chi non vede, che non possono essere utilizzate o facilmente utilizzate con le sintesi vocali, con le barre braille o con i sistemi che consentono ai non vedenti di usare il computer e ancor di più per i ragazzi non vedenti i quali usano il computer perché ormai è una cosa che viene da noi consigliata e agevolata in tutti i modi anche con corsi particolari per i ragazzi, giovani e bambini, fin dalle elementari ma se poi la piattaforma sulla quale vengono fatte le lezioni con sistemi di collegamento telematico non sono accessibili con i sistemi che noi utilizziamo questi ragazzi non possono praticamente frequentare e quindi restano indietro, ma questa è una questione di non applicazione delle leggi, perché nessun sistema informatico potrebbe e dovrebbe essere acquistato dalle scuole se non completamente accessibile a tutti e soprattutto ai non vedenti. Questa cosa è ancora carente e noi ci stiamo adoperando con il Miur affinché si possa supplire a questo problema.
Niente di Speciale è la sezione del sito dedicato alle interviste della redazione Abili a proteggere, perché non esistono bisogni speciali ma specifiche necessità.
Ringraziamo il presidente di ADV, Associazione Disabili Visivi, Giulio Nardone, per la squisita disponibilità e collaborazione dimostrate.
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