Catastrofi ed emergenze colpiscono duramente i disabili. Importante prevenire

Conclusa in Giappone la terza Conferenza Onu sulla riduzione del rischio di catastrofi. Nel documento finale attenzione alla partecipazione dei disabili alle attività di prevenzione e gestione dei rischi. Cbm:“importante passo avanti”

 

Un passo avanti verso la partecipazione delle persone con disabilità alle attività di prevenzione e gestione dei rischi: in caso di emergenze, terremoti, inondazioni, catastrofi di vario genere le persone disabili dovranno essere in grado di sapere cosa fare e di accedere agli aiuti umanitari in situazione di parità rispetto a tutti gli altri. Il che comporta un’organizzazione preventiva e la considerazione della specificità della condizione delle persone disabili soprattutto nel momento della prevenzione.

La notizia viene da Sendai, in Giappone, dove si è chiusa la terza Conferenza Onu sulla riduzione del rischio catastrofi 2015-2030 ed è stato adottato ufficialmente un documento in tal senso.

Il Framework di Sendai introduce importanti elementi, ad iniziare dall'incorporazione dei principi di accessibilità nella progettazione e dall'impegno a disaggregare i dati per disabilità, sesso ed età, che saranno fondamentali per costruire comunità più sicure e accessibili. “Le persone con disabilità e le Organizzazioni che le rappresentano – si legge nel documento - hanno un ruolo fondamentale nella valutazione del rischio di catastrofi e nella progettazione e adozione di misure specifiche che tengano conto dei principi di progettazione universale a favore della loro tutela”. (...)

In caso di catastrofi naturali o conflitti, le persone con disabilità corrono i rischi maggiori, e secondo le statistiche presentano un tasso di mortalità da due a quattro volte superiore rispetto alle altre persone. Hanno grande difficoltà ad accedere agli aiuti, cibo, acqua, servizi, cure mediche, strutture di ricovero, piani di evacuazione. Inoltre possono perdere i propri ausili per la mobilità, subire la separazione dalle loro famiglie e da chi li assiste. Situazione particolarmente grave si registra per le popolazioni rifugiate e sfollate, tra cui si stimano circa 3,5 milioni di persone con disabilità. (...)

Fonte: Redattore Sociale 

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