Nel 2010 a Messina si svolse un esercitazione di protezione civile “Messina 2010” dove fu testato Facebook come canale alternativo per la comunicazione in emergenza. Da quella esperienza ora a Messina si fa presidio territoriale tramite i social network e anche a Siracusa si parla di Facebook in protezione civile come canale alternativo. Nel 2011 durante la tragica alluvione in Liguria, nello specifico a Genova, sono stati utilizzati i social per informare la popolazione su ciò che stava accadendo. Il risultato ottenuto è di migliaia di messaggi postati su twitter e nella stessa giornata è stata creata una pagina Facebook.
Questa nuovo media ovviamente ha sollevato diverse opinioni e criticità. Quanto è giusto diffondere notizie relative alle emergenze in rete? Non si rischierebbe di generare panico o far circolare informazioni sbagliate danneggiando i soccorsi? In emergenza la comunicazione web può fare la differenza, ma in che termini? Il flusso delle comunicazioni può esser attendibile?
In Italia siamo pronti per l’utilizzo del web 2.0 per le catastrofi? Il report The Use of Social Media in Risk and Crisis Communication affronta i temi del workshop sui social media e l’emergency management organizzato dall’OECD (Organisation for Economic Co-operation and Development) e dall’International Risk Governance Council il 29 giugno 2012. L’elemento principale del workshop è stato quello di specificare la necessità di utilizzare i social media per la gestione del rischio come elemento di comunicazione, sottolineando anche che i social network non sono tutti uguali, e non tutti rispondono dunque alle esigenze richieste, come ad esempio la necessità di mappare le informazioni geografiche di uno specifico territorio colpito da un evento calamitoso.
Basandoci sull’esempio che ci forniscono gli Stati Uniti attraverso la FEMA, (Federal Emergency Management Agency) possiamo dichiarare che i social sono uno strumento alla portata di tutti, offrendo un servizio di informazione e comunicazione tempestivo. La FEMA infatti è presente sia su Facebook che su Twitter e le due pagine ufficiali superano i 150 mila fan e i 270 mila follower. La comunicazione attraverso i social network in caso di emergenza è immediata, può essere verificabile, ha un ampio cerchio d’azione e fornisce un’idea tempestiva dei danni.
Nel 2013 il tema “social network ed emergenza” è stato ampiamente analizzato e discusso in varie occasioni e ambiti. Il 15 novembre 2013 presso il Dipartimento della Protezione Civile si è svolta una giornata di studio “La protezione civile e i social media: comunicare il rischio di comunicare”.
Il Capo Dipartimento Franco Gabrielli per l’occasione ha sottolineato l’importanza delle nuove tecnologie di comunicazione, “le nuove agorà della comunicazione” capaci di potenziare e velocizzare la potenzialità comunicativa, ma per i quali “rimane fondamentale il tema della validazione del dato dell'informazione”. La responsabile dell’Ufficio Volontariato, formazione e comunicazione del Dipartimento, Titti Postiglione, ha dichiarato che “Facebook, Twitter e Instagram sono un canale in più per comunicare le iniziative e per dare informazioni utili per quanto riguarda il lavoro della protezione civile”, non sostituendo però la comunicazione istituzionale.
Per quanto riguarda l’uso dei social media negli USA, la dottoressa Postiglione ha sottolineato che la protezione civile vuole seguire quella direzione ma bisogna ricordarsi che la situazione italiana è differente da quella statunitense e che la nostra cultura di comunicazione è ancora molto legata ai metodi tradizionali. “Non vogliamo che sia il Dipartimento ad essere il gestore della comunicazione sui social media – ha dichiarato – non andrebbe bene per il nostro sistema di protezione civile, che è basato su competenze di carattere locale e territoriale: dobbiamo piuttosto costruire una rete e continuare a svolgere un ruolo di coordinamento”. Ha concluso: “Quel famoso 'fate presto' con cui titolarono i giornali all’ indomani del terremoto in Irpinia adesso dobbiamo applicarlo alla comunicazione”.
Nel 2014, dopo l’emergenza Arno, il Comune di Pisa ha predisposto l’uso dei social media in emergenza, mentre il 16 febbraio 2014 si è tenuto un convegno sulla comunicazione in emergenza e il ruolo dei Social Network tra le Associazioni di protezione civile della Basilicata e della Campania. L’obiettivo del convegno è stato quello di illustrare le regole fondamentali per gestire nei modi migliori l’informazione nelle attività di protezione civile e creare una rete di collaborazione.
In conclusione possiamo affermare che internet è uno degli strumenti più forti ed importanti per la comunicazione. Purtroppo la tecnologia viene spesso considerata ed utilizzata come un mezzo di svago, Facebook e Twitter sono gli esempi più concreti, ma questi social sono mezzi potentissimi e molto diffusi, e spesso è proprio un Post o un Hashtag che può aiutarci!
Autore: Redazione
Fonti: Dipartimento Della Protezione Civile, Corriere delle Comunicazioni , Wiffi