Il materiale informativo indica le azioni da intraprendere durante le emergenze come la valutazione del rischio, la sua prevenzione, le risposte, la ripresa e la ricostruzione.
Il documento nasce dalla constatazione che in situazioni di crisi ed emergenza i diversamente abili raggiungono tassi di mortalità doppi, rispetto al resto della popolazione, così come è emerso nel 2011 in seguito al terremoto e allo tsunami in Giappone.
In queste situazioni aumenta infatti la vulnerabilità dei disabili, che a causa della loro condizione hanno meno possibilità di allontanarsi e difendersi da pericoli e rischi improvvisi. Spesso inoltre durante i momenti di panico possono perdere terapie vitali o strumenti indispensabili di assistenza come occhiali, ausili uditivi o di mobilità o rimanere indietro durante le evacuazioni.
Anche dopo la fase critica i disabili incontrano difficoltà maggiori nell’accesso ai bisogni primari come cibo, acqua, rifugi, latrine e servizi di salute.
Le emergenze creano inoltre una nuova generazione di persone con disabilità a causa di infortuni, interventi chirurgici e medici di fortuna e a gravi traumi psicologici.
Le stime di alcuni Paesi colpiti da emergenze indicano che fino a quarto delle disabilità prima, durante e dopo le emergenze possono essere collegate a violenze e ferite e che per ogni bambino ucciso in un conflitto, tre avranno una disabilità permanente.
Fonte: Policlinico News