Stefano Zanut autore del libro “Cronache dalle macerie – I racconti dei soccorritori in un mondo sottosopra” che sarà disponibile in tutte le librerie dal 14 settembre
Riportiamo una parte dell’intervista del Corriere della Sera - InVisibili a Stefano Zanut, Comando dei Vigili del Fuoco di Pordenone. Ha al suo attivo una trentennale esperienza nel campo della sicurezza e del soccorso, con il coordinamento di scenari emergenziali complessi come terremoti, alluvioni o eventi di natura tecnologica. È esperto nel Corpo di tematiche legate al salvataggio dei disabili.
Dal 2002, esiste un team costituito da Vigili del Fuoco e rappresentanti delle associazioni per concretizzare soluzioni operative per la sicurezza delle persone con disabilità. I documenti sono pubblicati sul sito dei Vigili del fuoco, alcuni attualmente in fase di revisione sulla base delle esperienze maturate. In più, recentemente, si è istituito un Osservatorio sulla sicurezza e soccorso delle persone con esigenze speciali composto da Vigili del fuoco, esperti e rappresentanti delle associazioni.
“Cronache dalle macerie – I racconti dei soccorritori in un mondo sottosopra” illustra le esperienze maturate dai Vigili del Fuoco di Pordenone in alcuni territori del Centro Italia devastati dai terremoti di agosto e ottobre del 2016, una storia proposta con la chiave del racconto in cui si parla di soccorso, ma anche di semplice aiuto, di relazione con le persone coinvolte in quel disastro, persone che in pochi minuti si sono trovate senza più nulla, se non la propria vita. "Sono compagni silenziosi della nostra quotidianità di cui ci accorgiamo solo quando l’emergenza occupa lo spazio dei nostri pensieri: è allora che i Vigili del fuoco si materializzano con tempestività e discrezione, fanno il loro dovere per poi tornare a essere “invisibili” fino alla prossima richiesta di aiuto”.
Fra le storie che si possono scoprire nel libro e che lo hanno colpito maggiormente c’è quella di Maria Simona, che vive con due persone disabili e per questo ha scelto la propria abitazione considerando con attenzione il tema dell’accessibilità e della sicurezza, anche strutturale, tanto che durante la scossa del 24 agosto ha subito pochissimi danni. Ma non si è accontentata di questo, perché aveva anche elaborato un semplice piano da attuare in caso di terremoto, ben consapevole che il territorio di Amatrice e quelli limitrofi sono a elevato rischio sismico. Anche questa è prevenzione, cioè imparare a rispondere a un evento.
Zanut nell'intervista spiega che è stato difficile scegliere le storie visto che tutte rappresentano difficoltà diverse e coinvolgono i soccorritori emotivamente. Un altro esempio è rappresentato dalla vicenda di Roberta, mamma di un bambino autistico che all'epoca del terremoto del 24 agosto viveva in una frazione di Amatrice. Quando ha evidenziato le specifiche necessità di suo figlio le è stato risposto che in emergenza bisogna trattare tutti allo stesso modo, un’affermazione che lascia l’amaro in bocca perché proprio in quelle situazioni bisognerebbe saper riconoscere e soddisfare le esigenze di ognuno e considerare le conseguenze che potrebbe avere l’evento sui singoli individui. Senza poi dimenticare che in quelle situazioni siamo un po’ tutti disabili. Ma per avere queste competenze bisogna averci pensato prima, aver pianificato una risposta che le consideri.
Nella sua esperienza afferma che esistono tecniche idonee in base allo scenario e alle necessità della persona da aiutare. Innanzitutto, si valuta se c’è una risposta autonoma o attiva della persona. Poi, si verifica se la calamità abbia influito su queste capacità. Per esempio, una persona in sedia a ruote può muoversi autonomamente dentro e fuori casa, ma la sua fuga può essere impedita da un terremoto. Oppure, la reazione emotiva delle persone può pregiudicare un salvataggio.
Zanut sottolinea che, durante un evento calamitoso, il ruolo del volontariato e delle associazioni è fondamentale, perché i soccorritori giungono sul posto “dopo” e il “quanto tempo dopo” non dipende dalla loro volontà. Per esempio, possono tardare a causa dell’inagibilità delle strade. In quell'attesa, è basilare che la persona sappia tutelarsi, ma fondamentale è anche l’aiuto di chi le sta vicino, le associazioni sul territorio e i volontari.
Dopo l’emergenza, è necessario accompagnare le persone più fragili verso il graduale ritorno alla normalità. Questo significa che si deve fare un percorso in cui sono protagoniste le persone, vittime e soccorritori della calamità. Su questi aspetti interviene anche la “Carta di Verona sul salvataggio delle persone con disabilità in caso di disastri”: «In situazioni di rischio dovrebbero essere adottate delle norme e degli standard qualitativi per affrontare tutti gli aspetti del salvataggio delle persone con disabilità che comprendano dei provvedimenti adeguati per garantire un accesso paritario alla gestione della prevenzione, dell’assistenza e della ricostruzione in caso di disastri».
Domenica 17 Settembre 2017 alle ore 12 avrà luogo a Pordenone un incontro con l'autore del libro "Cronache dalle macerie. I racconti dei soccorritori in un mondo sottosopra" e con Giuseppe Romano, Direttore dell’Osservatorio sulla sicurezza e soccorso delle persone con esigenze speciali e Direttore Centrale per l’Emergenza e il Soccorso Tecnico, Ministero dell’Interno – Dipartimento dei Vigili del Fuoco, che ha scritto un contributo nel testo.
Fonti: Corriere della Sera - Invisibili, Pordenonelegge
Link utili: Vigili del Fuoco - La sicurezza delle persone disabili
Anche sul nostro sito è possibile approfondire le indicazioni su come aiutare le persone con specifiche necessità in caso di emergenza. Le misure sono suddivise per diverse tipologie di disabilità.
Approfondimenti: Soccorso ai disabili, Esercitazione Twist
Articoli correlati:
L’Osservatorio sulla sicurezza e soccorso delle persone con disabilità
Disabilità, sicurezza ed emergenze
ISA: disabilità, un seminario e un ciclo di formazione sul soccorso in emergenza